In barba alla crisi, coloro che possono concederselo prepareranno cenette sfiziose con un ingrediente molto chic: l'oro! Prezioso come scaglie di tartufo d'Alba, l'oro "per condire" è una nuova tendenza per rendere scintillanti cenoni e pranzi di lusso con foglie, lamine, petali, fiocchi, pagliuzze e granelli d'oro commestibile a 23 carati.
Introdotto qualche anno fa da Gualtiero Marchesi che lo ha ripreso dalla tradizione rinascimentale, l'oro dona originalità e classe a qualunque piatto. Una decorazione da usare con parsimonia, visti i costi, ma dall'effetto assicurato e senza rischi per la salute. Già gli Sforza durante i banchetti lo usavano insieme allo zafferano, per la ricetta storica della città, il risotto alla milanese.
Insapore, inodore, l'oro a 23 carati non è una novità ma la riscoperta di una tradizione italiana che si utilizzava per fare brillare i cibi sulle fastose tavole dell'epoca.
Per le festività dunque l'oro trionferà nuovamente: in pagliuzze e granelli per impreziosire e colorare i cocktail, in fiocchi per creare un effetto scintillante sulle tartine al caviale e al salmone, in petali per dare un tocco di luce ai ravioli al nero di seppia o per colorare i tagliolini al tartufo d'Alba, in foglia per arricchire i risotti o per decorare i pesci più pregiati.
E c'è anche l'oro e l'argento spray da spruzzare magari sulla frutta, su mele che diventano 'pomi d'oro'.
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