
“Secondo le dichiarazioni del Governo, a partire da gennaio 2011, la vecchia busta di plastica dovrebbe essere definitivamente dismessa – ha dichiarato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente. Eppure a distanza di un mese, mancano ancora i decreti attuativi per completare l’iter di legge in realtà e predisporre effettivamente le modalità con cui dovrebbero orientarsi i produttori, la grande distribuzione e i consumatori stessi. La battaglia contro gli imballaggi inutili, infatti, passa anche per la messa al bando dei sacchetti tradizionali, che inquinano e uccidono, secondo l'Unep, 100.000 mammiferi marini ogni anno. E’ per questo che nel corso del weekend abbiamo raccolto migliaia di firme con la petizione Stop ai sacchetti di plastica con cui richiedere al Governo l’effettivo stop ai sacchetti”.
Quali alternative alla busta di plastica?
Mettendo a confronto le alternative possibili alla vecchia busta di plastica, l’ipotesi più conveniente a livello economico e ambientale è il sacchetto riutilizzabile. I sacchetti di carta e di plastica biodegradabile, invece, sono valide principalmente come soluzione d'emergenza, ma non come alternativa monouso, anche se tuttavia sono preferibili alla plastica. I sacchetti in bioplastica, infatti, sono riutilizzabili e sono utili per tutte le frazioni di rifiuti differenziati (esclusa la plastica), compreso l'umido compostabile e se dispersi nell'ambiente si degradano naturalmente. Il sacchetto di carta, invece, si può usare parzialmente per riciclare la carta e il cartone e, occasionalmente, per l'umido riciclabile e il trasporto di beni. Sono senz'altro riciclabili e a loro volta di carta parzialmente riciclata.
Ma la rivoluzione degli stop ai sacchetti di plastica è già in corso nel nostro Paese. Se l'invasione attuale delle plastic bags è iniziata proprio dalla grande distribuzione, sono i supermercati ad aver iniziato la loro dismissione, facendo pagare la shopper, i 4/5 centesimi di euro. Sono poi già numerosi i negozi e i magazzini che hanno già sostituito, parzialmente o totalmente i sacchetti di plastica “non biodegradabile” con borse della spesa riutilizzabili, sacche in iuta “equo e solidale”, oppure sacchetti di carta o plastica di origine vegetale.
Non sono da meno i comuni che hanno già adottato l’ordinanza per bandire i sacchetti dal proprio territorio o per ridurne l'utilizzo indiscriminato. Secondo un’indagine di Legambiente sono più di un centinaio i comuni che hanno dato avvio a iniziative per l’eliminazione delle shopper o emanato ordinanze, mentre 250 hanno affermato di averne l’intenzione. A fare la parte del leone tra le grandi città c’è Torino che ha già deciso e votato all'unanimità il divieto di distribuzione degli shopper a canottiera, sia a titolo oneroso che gratuito. Ma la partita è aperta: i produttori di sacchetti sono ricorsi al tribunale contro la decisione e Legambiente ha deciso di costituirsi al fianco del Comune.
ecco l'iniziativa di legambiente:
RispondiEliminahttp://www.puliamoilmondo.it/2010/news_dettaglio?t=petizione_stop-sacchetti-di-plastica
Sì, l'iniziativa è proprio quella! "vota il sacco"
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione